Il blog di a Spasso con Elena

Perché affidarsi a guide turistiche autorizzate e qualificate?

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In molti paesi la professione della guida turistica non è riconosciuta con una specifica normativa a livello nazionale, quindi non esiste un'autorizzazione ufficiale da conseguire per svolgerla. In questi casi è tuttavia possibile scegliere di affidarsi a guide turistiche qualificate, ovvero che abbiano effettuato comunque un corso preparativo e/o che siano delle professioniste nell'ambito delle discipline che spiegano e/o che abbiano maturato esperienza.

In Danimarca, per esempio, la professione della guida turistica non è regolamentata, ma esiste un corso di studi presso l'Università di Roskilde mirato a fornire una preparazione specializzata e a tutelare quindi la qualità dell'esperienza turistica. Questo corso non ha a che vedere con l'autorizzazione per svolgere la professione di guida turistica dato che tutti possono lavorare come tale in Danimarca, ma qualifica coloro che lo frequentano. Qui, così come in altri paesi europei e credo anche nel resto del mondo, c'è chi lotta per porre le basi per un accordo nazionale che regoli la professione. Personalmente sono una sostenitrice di questa battaglia poiché credo che le guide turistiche dovrebbero avere un bagaglio basico comune inclusivo di conoscenze teoriche e abilità pratiche. In questo modo si concorrerebbe ad evitare la diffusione di guide improvvisate.

Vi propongo un esempio concreto dato che i più non si rendono conto della situazione precaria che la professione della guida turistica spesso soffre essendo chiaramente valutata diversamente rispetto ad altri mestieri. Non è di certo solo il caso della guida turistica, ma anche di tanti altri che hanno a che fare con la diffusione del patrimonio culturale e con l'arte. Se un medico o un avvocato commettono un errore, da questo ne possono derivare conseguenze amare. Mettiamo il caso che un medico sbaglia ad operare durante un intervento molto delicato. Ciò può portare alla gravità repentina delle condizione mediche del paziente e addirittura al suo decesso. Allo stesso modo se un avvocato non riesce a difendere il suo cliente innocente, quest'ultimo può dover trascorrere anni in prigione. Ecco, lo status di queste professioni è elevato perché è riconosciuto dalla collettività che per saperle svolgere, bisogna essere formati, avere esperienza, essere in gamba e via dicendo. Lo status di queste professioni è riconosciuto ampiamente anche perché il danno, che si recherebbe svolgendole male o senza preparazione adeguata, è evidente e (quasi) immediato.

Nel caso della guida turistica, il suo valore non è riconosciuto allo stesso modo sebbene essa svolga un ruolo estremamente importante nella società, in cui si propone come ambasciatrice del paese in cui vive e lavora. A chi importa se una guida dà un'immagine sbagliata del paese in cui vive? Se succede, non muore mica nessuno. A chi importa se una guida diffonde non tanto un'informazione sbagliata (visto che oggi grazie a internet possiamo tutti verificare la veridicità di quasi qualunque cosa in due scorrimenti di pagine), ma un pensiero o comportamento nocivo? Se succede, non va mica in prigione nessuno. A chi importa se una guida non fa il suo mestiere con diligenza, onestà e professionalità? A chi importa quando il danno non è evidente né tanto meno immediato? A troppo pochi, purtroppo.

La guida turistica non è solo colei che vi fa risparmiare tempo prezioso perché vi porta in giro per la città senza cartina in mano facendovi vedere angoli nascosti, che da soli non trovereste. Lei non è solo colei che vi racconta la storia, ma è anche il vostro ponte verso una cultura, una lingua, una popolazione che non conoscete. Lei non vi espone solo fatti e avvenimenti, ma vi provoca, vuole sapere la vostra, vuole costruire un dialogo affinché possiate vivere molto più di un'esperienza turistica, ma di vita. La vostra guida vi fa sentire a casa anche a centinaia, migliaia di chilometri, vi fa sentire parte del luogo in cui vi trovate. Già solo per tutte queste ragioni, la guida turistica ha un valore immenso. Ma poi, è un incubatore di incontri, è un ponte tra culture, è una missionaria nel costruire, attraverso le sue conoscenze e la sua esperienza, un'immagine quanto più autentica del luogo in cui lavora.

In un paese in cui non esistono normative specifiche, è vero che una guida certificata (ovvero che ha deciso comunque di intraprendere un percorso professionalizzante) può non essere una brava guida. Allo stesso modo, nei paesi in cui la normativa esiste, come in Italia, è vero che non tutte le guide autorizzate sono delle brave guide. In poche parole, l'autorizzazione e la certificazione non rappresentano di certo parametri assoluti. Scegliere con cura la propria guida è fondamentale. Non limitarsi a chiedere quali punti d'interesse sono inclusi nella visita a piedi, ma informarsi sulla guida stessa è importante, infatti dipenderà da lei se alla fine del vostro soggiorno avrete un'immagine autentica e positiva del luogo. Anche da lei dipenderà il vostro entusiasmo rispetto al posto visitato. Anche da lei dipenderà il ricordo che avrete di quel luogo, come ne parlerete al vostro ritorno e se vorrete tornarci in futuro. Se vi state chiedendo come informarvi, ebbene, la prima cosa da fare è prendere contatto con la guida e valutare il modo in cui risponderà alla vostra richiesta. Scoprire se è una guida che dedica tutto il suo tempo alla professione oppure solamente una parte o ancora se lo fa a tempo perso. Cercare in internet se scrive un blog, se gestisce una pagina. Chiederle qual è il suo percorso professionale e formativo e se ha acquisito mai una certificazione. Se è una guida non di madrelingua, chiamarla sarà tassativo anche per capire se ci sono le condizioni idonee per una facile comprensione.

Inoltre, se state per visitare un paese in cui la professione di guida è tutelata, sappiate che è vostro diritto richiedere la visualizzazione della licenza come simbolo di legalità del servizio offerto così come è vostro dovere denunciare chi si propone come guida illegalmente. Un altro fattore da non dimenticare è il raggio di attività di una guida. Personalmente consiglio sempre di affidarsi a guide locali. Per sapere se sono tali, di nuovo, basta chiedere esplicitamente alla guida dove vive e dove svolge la professione, poi sarà vostro compito fare 2+2. Esistono certamente dei luoghi d'interesse talmente importanti che sono ben conosciuti anche dalle guide che non vi vivono in prossimità (nel caso dei dintorni di Copenaghen, degli esempi sono il Castello di Kronborg, il Castello di Frederiksborg, la Cattedrale di Roskilde), ma quando si tratta di luoghi meno popolari, è bene informarsi su se la guida ha davvero un rapporto frequente con essi.

Sono tante le persone che viaggiano senza contattare una guida. Alcune di loro presuppongono di saperne di più o di essere migliori nell'organizzare il proprio soggiorno e le proprie visite. Altre non amano semplicemente quel tipo di esperienza. Credo che in tanti cadono nel ragionamento fatto di pregiudizi e stereotipi, infatti mi capita di notare che l'esperienza della visita guidata è legata ad una fama commerciale, statica e non stimolante. Con i tempi le persone si evolvono e così anche le guide. Le esperienze turistiche sono sempre più allettanti e se ci si aspetta qualcosa di speciale, basta renderlo chiaro. Chiedere disponibilità e proposte ad una guida non è una perdita di tempo né di denaro. Una guida professionista saprà soddisfare ogni esigenza e interesse.

Un ultimo commento va all'aspetto economico della questione dato che le tariffe per una visita guidata variano di paese in paese in base alle condizione economiche presenti in ciascuno. Nel caso della Danimarca e di altri paese nordici (come la Norvegia), il costo della vita è molto più alto che nei paesi del sud Europa, di conseguenza anche le tariffe per avere una guida a disposizione sono maggiori. Le guide professioniste pagano le tasse come tutti gli altri e quindi hanno tariffe adeguate alla loro posizione fiscale. Le tariffe non sono care, ma proporzionali allo stile di vita e non sono di certo stabilite per "derubare" i viaggiatori, ma per garantire alle guide un introito adeguato alla loro condizione lavorativa, che spesso è stagionale e a chiamata. La vita è fatta di scelte così come lo è un viaggio. Investire i propri soldi in una visita guidata è una delle scelte che si devono compiere, ma perché molti impallidiscono, si irritano, stizziscono e spariscono senza nemmeno ringraziare dopo aver conosciuto le tariffe per una visita guidata? È davvero perché non possono permettersela? O forse è perché non vogliono permettersela, non riconoscendo o ignorando il valore che l'esperienza culturale ha?

In definitiva, così come mi disse una volta qualcuno: meglio soli che male accompagnati, ma meglio bene accompagnati che soli! Scegliete con cura la vostra guida e sarete felici del vostro viaggio. Scegliete A Spasso con Elena e avrete scelto con cura.

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