Il blog di a Spasso con Elena

Alla ricerca dell'essenza di Copenaghen: una visita effimera ma intensa

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Questo articolo nasce dall'idea di non fermarsi in superficie, ma approfondire la propria conoscenza e rendere la propria esperienza di un nuovo luogo qualcosa di magico e indimenticabile. Ritengo essenziale assaporare l'atmosfera di una città passeggiando tra le sue stradine, osservare dall'esterno le torri che dominano il suo orizzonte, ammirare i dettagli di ogni costruzione, ma anche entrare nei luoghi, non fermarsi alla visita esterna di questi. Entrare per avere un'idea totale di quello che si vede perché da fuori se ne scorge solo una parte. Vedere il Teatro Reale dall'esterno e non entrarci è un po' come osservare l'abbigliamento di una persona, senza scambiarci due parole, senza sapere che cosa pensa. Spesso il tempo a disposizione per visitare non è molto. Incontro ogni giorno persone che si fermano a Copenaghen soltanto un pomeriggio, qualcuno qualche giorno. Il tempo dedicatole è troppo poco per conoscerla a fondo, ma l'importante è non fermarsi in superficie. Credo sia importante visitare pochi luoghi, sceglierne solo alcuni ma farlo con passione e interesse. È sciocco camminare avanti e indietro per ore alla ricerca di intrappolare tutto in una mera e vana occhiata giusto per dire "ci sono stata". Credo sia più coinvolgente ed emozionante avere il tempo per riflettere su ciò che si vede, fermarsi a pensare, vivere la città capendone la sua essenza, fare quelle cose che ti fanno realizzare che i danesi, alla fine, sono persone come le altre, e che, alla fine, hai volato due ore per arrivare a Copenaghen e, quindi, non sei atterrato sulla luna! Non è poi così lontana da non poter prenderla in considerazione per un eventuale ritorno di approfondimento. E questo vale per Venezia, Verona, Budapest, Amsterdam, Granada, e per tutte le altre. Detto ciò, vi propongo, a voi che passerete per Copenaghen nei prossimi mesi, dei luoghi in cui entrare per avvolgere in una dedica più profonda la storia di questa città.

Il Diamante Nero e la Biblioteca Reale sono visitabili senza dover pagare un biglietto d'entrata. Entrate e ammiratene gli interni. Salite, non fermatevi all'espresso della caffetteria al piano terra. Prendete le scale mobili e visitate, in silenzio, l'area di studio (quella accessibile a chi non ha il codice fiscale danese è meno rigorosa). Sedetevi anche, per sfogliare le pagine di quel dépliant che avete trovato nella reception dell'ostello o per leggere quel libro che mai prima siete riusciti ad iniziare, ma che avete con voi. Fermatevi per un po', lì, dove si respira la fatica e la soddisfazione dello studio, lì, dove sono conservati migliaia di testi. E se non avete voglia di leggere, guardatevi attorno, osservate chi vi circonda, e pensate che la maggior parte di chi vi sta vicino è studente, danese o straniero, che vive a Copenaghen, e con cui potreste iniziare un'interessante chiacchierata. È parlando con i locali che si scoprono i segreti, le contraddizioni, le verità di un luogo. Ed è proprio visitando luoghi pubblici, come la biblioteca nazionale, che queste possibilità aumentano.

Quando fuori le strade sono affollate e si sente il bisogno di fermarsi un po' per riposare, ne La Cattedrale Vor Frue Kirke si respira pace e tranquillità . La sobrietà nelle decorazioni risponde al progetto per una chiesa in stile neoclassico e trasmette l'amore per la semplicità. All'interno si vedono le imponenti sculture di Bertel Thorvaldsen e si possono percorrere le navate laterali che sono quasi sempre vuote. Lì potete trovare posto su una panca ed osservare quel che avviene nella navata centrale. A me piace fermarmi a guardare, quel che io chiamo, "l'albero dell'equilibrio". Ormai i piattini sono pieni di fagioli e non se ne possono aggiungere, ma l'amore ha già trionfato su tutte le altre qualità. 

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L'albero dell'equilibro nella Cattedrale. Foto di Giacomo Tommasi, che ho avuto il piacere di guidare a Copenaghen!

Il Teatro Nazionale dell'Opera offre quasi ogni sabato e domenica (fino a fine agosto e a dicembre anche in alcuni giorni della settimana) una visita guidata in inglese per scoprire i segreti legati all'edificio che domina, con i suoi quattordici piani, sul "canal grande" di Copenaghen. Durante la visita guidata si entra nella zucca arancione e si vede il palco principale, si sale e si scende dai piani sotterranei dedicati ai magazzini, alle prove per l'orchestra e ai dipartimenti delle luci fino al palco secondario, quello dove s'insegna il teatro. Ci si affaccia dai piani alti per godere della vista su Holmen, su Christianshavn, su Amager, ma soprattutto su Amalienborg. Così ci si trova ad ammirare il paesaggio scoprendo che il centro dell'Opera corrisponde esattamente al centro della Marmorkirken e, se potessimo tracciare una linea retta percorribile, ci cammineremo sopra sempre dritti. Il teatro mi ha sempre affascinata. Ho iniziato a studiare dizione quando ero ragazzina e, fino all'inizio dell'università, diventare attrice era il mio desiderio più grande. Ho recitato da sola e in compagnie teatrali; ho partecipato a provini per entrare nelle accademie di teatro più rinomate in Italia; e ho scelto il teatro due volte nelle mie tesi di laurea. Sarà per tutto ciò che entrare in un teatro mi emoziona così tanto, oppure sarà semplicemente che il teatro ha di per sé un'atmosfera magica. Sul palco si può impersonificare qualsiasi ruolo, si può morire e risuscitare nel giro di qualche ora, ci si può spingere oltre sé stessi. Entrare nel teatro, in quel teatro dove innumerevoli attori hanno sudato camicie per strappare una risata o una lacrima, in quel teatro dove la gente ha applaudito forte o non lo ha fatto perché sconcertata; entrare nei camerini e vedere i costumi per la rappresentazione o entrare e trovarli vuoti perché gli attori hanno scelto di costruire un camerino appena dietro il palco in mancanza di tempo tra un'entrata e l'altra. Visitare l'area prove e vedere le scenografie, scoprire che, a piacimento, si può attivare un sistema idrico che permette agli attori/ai cantanti di inumidirsi la gola. Farsi spiegare che in un teatro così grande come quello dell'Opera di Copenaghen, gran parte della superficie rispetta un progetto studiato nel dettaglio che permette a varie piattaforme di ruotare e ottenere nel giro di qualche minuto la scenografia necessaria sul palco. Questo è solo un po' di quello che si vive all'interno. Per tutto questo e molto altro, vi invito a non perdere l'occasione di entrarci. Il biglietto costa 100 corone danesi (circa 13 euro) e si può acquistare direttamente on–line a questo link.

Vi lascio con l'invito ad entrare in un cinema per guardare un film in lingua originale! In Italia si è abituati al doppiaggio, che in Danimarca non viene quasi praticamente mai applicato. I film vengono proiettati al cinema in lingua originale, con i sottotitoli in danese. Se non conoscete bene almeno l'inglese può rivelarsi un'esperienza noiosa, ma prendetela come un modo per immergervi nella quotidianità danese. Di solito queste cose non si fanno quando si va in vacanza, e invece io credo permettano di avvicinarsi ai locali e scoprire le loro abitudini. Andare al cinema può essere anche un modo alternativo per spendere la vostra serata se fuori piove. E badate, agosto non è una garanzia in Danimarca! Vi consiglio il Grand Teatret che è il mio teatro preferito. È un teatro piccolo e intimo. Seduta sulle sue poltrone mi sono sempre sentita un po' a casa. Immersi nella sua atmosfera hygge, vi sentirete davvero felici. A questo link trovate la programmazione cinematografica.

Spero che questi stimoli vi aiutino a visitare Copenaghen in modo alternativo così da racchiudere la vostra esperienza in un'effimera ma intensa parentesi di vita.

Vi aspetto a Copenaghen!

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